domenica 1 maggio 2011

Qualcosa è cambiato

Ho un dono, o una maledizione, non saprei dare una giusta definizione; molto dipende dalle situazioni che mi ritrovo di volta in volta ad affrontare.
Non ci sono state avvisaglie, nulla che potesse avvertirmi di quello che stava cambiando in me. Ero una ragazza normalissima, una normalissima vita, un normale lavoro, un ragazzo e tante amicizie.
Poi una notte tutto cambiò: andai a dormire...
(Pausa ad effetto)
Andai a dormire come ogni sera ma quella volta fu diverso. Nel sonno avvertii nel mio corpo come una debole scossa elettrica, impercettibile, tanto fievole da non svegliarmi. Pensai fosse accaduto in sogno; come quando, mentre dormi, senti lo stillare nel bagno delle gocce d'acqua dal rubinetto che perde ed il suono penetra nel tuo sonno confondendosi con ciò che stai sognando.
Fu la mattina che ebbi la sorpresa.
Mi risvegliai non nel mio letto come era normale che dovesse succedere ma in un luogo del tutto sconosciuto.
Da allora sono passati tre anni ed ogni mattina mi risveglio in un luogo diverso. Ogni posto non ha legame alcuno con quello precedente, nessuna strada che lo colleghi, nessun modo per tornare indietro. Neanche il tempo è sempre lo stesso, a volte è il passato a volte è il futuro; a volte sono passati o futuri alternativi. Non riesco neanche più a capire quale potrebbe essere il presente se mai esiste ancora un presente.
Non ho avuto più contatti con la mia vecchia realtà. Non so come stanno le persone che conoscevo, la mia famiglia, il mio ragazzo o gli amici. Spesso mi domando cosa stiano facendo, cosa avranno pensato quando sono scomparsa e se poi sono effettivamente scomparsa o magari sono un'altra me stessa e c'è ancora una Zubaida che vive la mia vita, la sua vita, come se nulla fosse cambiato.
Dopo i primi giorni, in cui ho provato e riprovato a svegliarmi credendo tutto solo un incubo, in cui ho cercato un spiegazione razionale, in cui ho provato a chiedere aiuto a chi incontravo nei miei "passaggi"; ho deciso di tentare di tenere un diario, un modo forse per non perdere la ragione, un tentativo di rimanere con la mente limpida perché in tutto questo io stessa sono l'unico punto di riferimento che mi rimane, le persone che incrociano la mia strada lo fanno per un giorno solo, poi scompariranno nelle nebbie di uno dei tanti passati... o futuri.

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